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Si è conclusa venerdì 30 giugno la mostra concorso de “Una finestra sul campanile”, che ha celebrato il tricentenario della torre campanaria (17177 - 2017) della chiesa della B.M.V. Immacolata in Terlizzi.

Il concorso pittorico-fotografico, proposto dal parroco don Roberto

De Bartolo, approvato dal Consiglio Pastorale, e patrocinato dal Comune di Terlizzi, ha dato origine a preziosi elaborati di artisti in erba, bambini e bambine di età scolare, oltreché di importanti e prestigiose opere di artisti locali.

S.E. Mons. F. di Molfetta, Vescovo emerito della diocesi di Cerigliola-Ascoli Satriano, insieme a don M. Amorosini, direttore del Museo Diocesano e il dott. F. Di Palo, critico d’arte, hanno tracciato una breve storia artistica del campanile.

La Puglia delle meraviglie, scrigno prezioso di chiese, castelli e borghi, ricorda il dott. Di Palo, è stata nel passato importante crocevia di architetti e muratori, veri artisti, che hanno lasciato traccia indelebile del loro passaggio con opere di straordinario interesse che, ancora oggi, fanno bella mostra di sé nelle nostre chiese e cattedrali di cui è ricco il nostro territorio.

Il campanile, che si erge in tutta la sua maestosità - continua - lo si deve a un maestro scalpellino Nicola Damiano, che pur nascendo in piena età barocca, siamo nel 1717, continua a mantenere, almeno, nei suoi due ordini inferiori una dichiarata espressione romanica, per poi terminare e caratterizzarsi nella sua forma a bulbo (a cipolla). 

Un’apprezzabile iniziativa, conclude il dott. Di Palo, che ha teso valorizzare elementi di straordinaria bellezza del nostro paese, spesso sconosciuto a molti, per il loro essere “quotidiani”.

Aver acceso un faro su uno splendore del nostro territorio è cosa lodevole che abbiamo il dovere di conoscere, amare e vivere. Da 300 anni il campanile è là, ci guarda, vive gioie e angosce del popolo terlizzese, a noi l’onere di tenere vivo il ricordo facendo esperienza della bellezza.

Il campanile del Purgatorio è sui generis per un duplice motivo, dice Mons. Di Molfetta, per la sua vettazione orientaleggiante con terminale a cipollone ma anche perché esso nasce ab imis (fundamentis) cioè dalle fondazioni, non si poggia sulla struttura dell’edificio chiesa, ma costituisce costruzione a sé, questo suggerisce un contesto di grande agiatezza e benessere della Terlizzi di inizio 1700 fatto di prosperità e ricchezza. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esiste un campanile in quanto esso è segno che ha una funzione, accogliere nel suo grembo le campane, che svolgono un compito propriamente liturgico, servire l’azione cultuale del popolo credente.

Nel corso della storia le torri campanarie hanno avuto una duplice funzione: religiosa e civile, prosegue Mons. Di Molfetta, anticamente le campane segnalavano le incursioni di popoli nemici, incendi, coprifuoco e pestilenze. Negli edifici religiosi esse richiamano, annunciano, scandiscono e formano il concetto di tempo, informano e segnano eventi particolari; nelle torri civiche, invece, esse convocavano il consiglio comunale, segnavano lutti particolari e ricordano anniversari locali o nazionali.

Ancora oggi la “campan(ell)a” segna l’inizio e la fine delle giornate scolastiche.

Non ultimo - ricorda S.E. Mons. Di Molfetta - la funzione delle torri campanarie era strettamente legata agli eventi atmosferici: segnalava l’imminente arrivo di temporali.     

Il campanile che accoglie le campane diventa, conclude Mons. Di Molfetta, per noi credenti la voce del popolo che esulta, piange, rende grazie e supplica; è la voce che viene a risvegliare la memoria in vista di un dialogo con Dio, è simbolo dell’unione tra cielo e terra, è l’eco della “voce di Dio”.

La serata si è conclusa con la proclamazione dei vincitori delle varie categorie.

Tra le opere individuate e premiate per valore compositivo, originalità interpretativa, caratteristiche e qualità artistiche è stata, per la sezione “bambini in età scolare”, la nostra Federica Dimundo del 1° Circolo Didattico “don Pietro Pappagallo”, che con la seguente motivazione: “La prospettiva scelta è quella della chiesa del Rosario dietro la quale si staglia la mole della torre campanaria. Il disegno, in bianco e nero e con sfumature che conferiscono volume alle cose e alle persone in primo piano e di spalla, si esalta nel grande arcobaleno a sottolineare la missione di pace e di annuncio svolto dal campanile nel corso dei secoli”, si è aggiudicata il secondo posto.

A Federica e al team di classe quinta "E" gli auguri per il risultato raggiunto.

La valorizzazione del territorio passa attraverso lo sviluppo di sistemi di reti collaborative con soggetti altri della comunità educante locale, attori, promotori e sostenitori di cultura, funzionali all'attuazione del diritto al ben-essere dei bambini e delle bambine.  

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